Alocasia cucullata - Orecchie d'Elefante

L'Alocasia cucullata si distingue per il suo portamento eretto con fusti slanciati e il suo sviluppo ridotto. Questa pianta dall'aspetto esotico, soprannominata "Orecchio di elefante", troverà il suo posto in un massiccio o in un grande vaso. Le sue grandi foglie a forma di cuore di un bel verde brillante sono molto decorative. Si tratta di una pianta perenne rizomatosa poco rustica (fino a -7°C), da coltivare in un ambiente interno luminoso e caldo, in vaso da riporre in inverno o in piena terra in un clima mite.

Originaria dell'India, della Cina e dello Sri Lanka, l'Alocasia cucullata è una pianta perenne rizomatosa imparentata con gli Arum, della stessa famiglia delle aracee. Questa specie cresce nelle foreste tropicali popolate da alberi maestosi e bagnate da un'atmosfera umida. Si tratta di una pianta erbacea perenne che si sviluppa da un rizoma tuberoso. Forma un cespuglio slanciato che può raggiungere 1m di altezza. I suoi fusti eretti portano grandi foglie a forma di cuore, di un elegante verde fresco. L'infiorescenza è costituita da una spata verde e da uno spadice giallo-verde. È piuttosto rara e compare solo tardi in coltura, su piante adulte, tra giugno e settembre. Seguono bacche rosse a maturità. 

L'Alocasia cucullata non è molto rustica. La sua coltivazione in piena terra sarà riservata ai climi più miti senza dimenticare uno spesso strato di pacciamatura in inverno per proteggere il suo ceppo. Altrove, si preferirà coltivarla in vaso e riporla in veranda d'inverno. È anche una eccellente pianta d'appartamento da posizionare in una stanza luminosa, non troppo riscaldata, senza sole diretto. In giardino, questa pianta esotica porterà un tocco piacevolmente esotico a un massiccio. Posizionala in una zona semiombreggiata, accanto a un banano dai fiori rosa (Musa velutina) e a un Canna ‘Felix Roux’ per aggiungere un tocco di colore. Questa amante del terreno umido troverà il suo posto sulle rive di un punto d'acqua in compagnia di Iris ensata ‘Darling’ e di Juncus effusus ‘Spiralis’.