Coriandolo Bio

 Il Coriandolo Bio è un'erba molto aromatica, utilizzata da oltre 3000 anni, che possiede proprietà sia culinarie che medicinali. Molto comune nei paesi mediterranei, questa pianta annuale della famiglia delle Apiacee si coltiva facilmente, in piena terra o in vaso. Chiamata talvolta 'prezzemolo arabo' o 'prezzemolo cinese', il coriandolo si semina in modo scalato in primavera o alla fine dell'estate, per una raccolta da giugno a ottobre. I semi provengono da un metodo di produzione biologico.

Il Coriandolo appartiene, come il Cerfoglio e l'Aneto, alla famiglia delle Apiacee (antecedentemente Ombrellifere) e forma una bella pianta che può raggiungere i 50 cm di altezza. Si coltiva al sole o in mezz'ombra, in terreno abbastanza ricco.

Anche se facile da coltivare, fa parte di quelle piante molto reattive che hanno bisogno di un minimo di calore per crescere ma che sopportano male gli episodi di siccità che la fanno salire in semi rapidamente. Per contrastare questa sensibilità e disporre di questo aromatica per un lungo periodo, vi consigliamo di scalare le semine nel tempo, idealmente ogni 3 settimane.

È una pianta aromatica con un aroma piuttosto intenso. Le foglie profumano le marinature, i pesci, le insalate. È preferibile utilizzarla cruda, in quanto la cottura altera leggermente il suo profumo. I semi, dal sapore dolce e limonato, sono perfetti con i cetriolini ma anche, macinati, nei pan di zenzero.

Raccolta : La raccolta del Coriandolo (foglie e semi) si estende, a condizione di scalare le semine, su un lungo periodo, dall'inizio dell'estate all'autunno.

Conservazione : Le foglie di Coriandolo si conservano alcuni giorni in frigorifero o, alcuni mesi tramite essiccazione o congelamento. Tuttavia, è preferibile consumarle appena raccolte per godere appieno del loro profumo. I semi, una volta ben asciutti, si conservano in busta di carta o in barattolo, a temperatura ambiente e al riparo dall'umidità.

Il piccolo trucco del giardiniere: Per limitare l'irrigazione, vi consigliamo, a partire dalla fine di maggio, di pacciamare il terreno con sottili strati successivi di sfalci, possibilmente mescolati a foglie secche. Questa protezione, che permette al terreno di rimanere umido, riduce anche l'erpicatura.