Puya alpestris

Il Puya alpestris, chiamato «Sapphire Tower» dagli anglofoni, è una pianta perenne nativa delle Ande cilene che delizierà gli amanti delle curiosità botaniche. Meno conosciuto del suo parente il Puya chilensis con fiori gialli, è anche meno impressionante del suo cugino il Puya berteroniana, ma fiorisce più giovane e in una gamma di colori altrettanto irreale. Questo cugino cileno delle ananas forma innanzitutto una rosetta di lunghe foglie sottili e dentellate, di un verde-grigio, e poi un'infiorescenza ramificata molto originale, carica di fiori di un verde-blu scuro dai riflessi metallici e punteggiati di stami arancioni. Sono pieni di nettare di cui vanno pazzi gli uccelli cileni. Questa fioritura segna spesso la morte della rosetta che la porta, ma la pianta assicura la sua sopravvivenza attraverso rosette figlie e semine spontanee che germogliano in condizioni favorevoli. Ancora raro, questo puya sta conquistando sempre più gli amanti delle piante esotiche che lo coccolano in vaso, e comincia a fare la sua comparsa nei nostri giardini dai climi miti. 

Il Puya alpestris è una pianta perenne succulenta appartenente alla famiglia delle bromeliacee. È originario delle pendici della cordigliera delle Ande, alla latitudine di Santiago del Cile, all'interno di una copertura vegetale che ricorda i nostri garighe e macchieti. Lo si trova ancorato su scoscesi affioramenti rocciosi o su lande un po' aride, su suolo povero e lavato, spesso basaltico, secco in inverno e in estate. Questa specie botanica di alta quota resiste a brevi gelate dell'ordine dei -6°C in suoli molto drenanti. Si coltiva un po' come un cactus e il suo fogliame persiste per tutto l'anno.

La pianta si sviluppa piuttosto lentamente, in una rosetta di foglie basali che si espande in larghezza producendo tardi dei polloni. Le foglie, che possono raggiungere fino a 70 m di lunghezza, formano un ciuffo dal portamento a fontana, occupando alla fine 80 cm a 1 m in tutti i sensi. Sono ricurve verso il suolo, molto strette, coriacee, appuntite, coperte da una pellicola cerosa e bordate da sottili e temibili denti a uncino. Il loro colore, più verde in inverno, assume riflessi argentati in estate sotto l'effetto del calore e della siccità. La fioritura avviene generalmente a fine primavera nelle nostre latitudini, a maggio-giugno. Dal centro della rosetta matura spunta a 1 m o 1,20 m da terra un'infiorescenza verde mandorla coperta di boccioli floreali. I primi fiori sbocciano sul fusto principale che si ramifica quindi in rami secondari sterili sui quali si posano gli uccelli. I fiori a 3 petali carnosi e brillanti, di colore verde-blu turchese iridescente, formano coppe profonde, sono innumerevoli e molto ravvicinati gli uni agli altri. Ognuno misura 3-4 cm di diametro e mostra 3 stami coperti di polline arancione. Sono pieni di un nettare sciropposo di colore blu di cui si deliziano gli uccelli e i grossi insetti impollinatori. Il Puya alpestris si perpetua più spesso grazie allo sviluppo di rosette figlie che nascono vicino alla base, prima della fioritura.

Questo Puya alpestris è una pianta da collezione che merita un posto d'onore nei nostri giardini dai climi miti. Si può collocare in un grande giardino roccioso esotico, ad esempio in compagnia di Yucca, Dasylirions, o di palmizi modesti, di Phormium o di grandi cactus candela abbastanza rustici come gli Echinopsis,  Cereus strausii o aethiops per esempio. Questa pianta si coltiva senza difficoltà su una terrazza, in un substrato tipo terra per cactus, dove spiccherà in un grande vaso.  Appena arrivano i primi freddi, la riporrà, manipolandola con cautela poiché questo puya è molto "aggrappante", in serra o in veranda. È senza dubbio una delle specie di Puya più originali: la sua coltivazione in piena terra merita indubbiamente di essere tentata nelle nostre regioni temperate.